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Il pannolino. Quando toglierlo e come

← torna alle news martedì 30 ottobre 2018
Togliere il pannolino è una tappa fondamentale nell'età evolutiva del bebè.
In questo modo, inizia a diventare autonomo. 
Un processo che talvolta può lasciare il segno! In tutti i sensi. 
Qui di seguito si riportano alcuni consigli pratici che possono aiutare i genitori nell'impresa eroica. 
Per prima cosa, bisogna tenere a mente che la storia di ogni bimbo è a sé, c'è chi “toglie il pannolino” entro i due anni, c'è chi – addirittura – lo usa fino ai quattro, per espletare solo alcune funzioni importanti (defecazione). 
Vero è che il controllo totale sfinterico si completa ai tre anni di età, ma si sa che possono insorgere motivi di altra natura che rallentano in qualche modo l'abbandono del pannolino, come per esempio il ben noto attaccamento alla mamma, il sentirsi confortato e rassicurato dall'uso del panno, il “pudore”. Inoltre il controllo notturno è uno step ulteriore che richiede molta ma molta pazienza. 
Proprio per questo motivo, a meno che non vi siano fenomeni patologici importanti ben diagnosticabili e riconoscibili, occorre non avere fretta ed essere accondiscendenti verso le abitudini in divenire dei vostri figli. 
E pazienza, se qualche volta questo si traduce in cambiarli un po' più spesso, in piccoli “incidenti” anche fuori casa.
Mai colpevolizzarli per una “cacca o pipì” fuori luogo (e fuori posto!). Rischieremmo di compromettere il normale corso della cose. 

Ecco qualche consiglio utile.
  • Prima di tutto, iniziare la fase dello “spannolinamento”, se possibile, in estate o con la bella stagione. In casa è facile tenere il bambino “svestito” o vestito del solo body, cosa che gli permette più agio nell'avvisare mamma e papà per l'eventuale “corsa al bagno”.
Approfittare delle vacanze! E del cambio temporaneo di “abitazione”. Se ci sono entrambi i genitori, questo è un fattore psicologico molto influente e agisce favorevolmente sulla sicurezza del bimbo. Mai dimenticare che le esperienze nuove, i passaggi e le fasi portano sempre un po' di “traumi” e quindi è bene che in questi momenti delicati ci sia l' “aiuto” psicologico di entrambi i genitori, se possibile, o comunque una rete di affetti (persone note con le quali il bimbo è abituato a interagire e a sentirsi a proprio agio) atta a sostenere il cambiamento. Inoltre: bagno nuovo, vita nuova! Molto spesso è più facile cambiare abitudini quando si è in un nuovo contesto. Anche per tutta la famiglia cambiano gli spazi e i luoghi: questo può giocare a proprio vantaggio. Non dimenticare il vasino, però!
A proposito, scegliere insieme il vasino da utilizzare. Andare in bagno è un momento molto intimo. Per tutti. E' chiaro che se si rende confortevole il “mezzo” lo sarà anche il resto; inoltre è sempre importante far partecipe delle scelte il proprio bimbo; questo lo responsabilizza e lo rende in qualche modo “protagonista attivo” della nuova situazione. 
  • Porsi un obiettivo insieme al proprio figlio. Può essere il compimento del nuovo anno o una ricorrenza felice che il bimbo ritiene importante e che felicemente associa a questo nuovo evento. 
Ci sono poi dei trucchetti che agiscono con il solito (e ben collaudato) binomio azione positiva- gratificazione. Può essere un regalo, come un gioco, un piccolo premio... Basta agire con astuzia e fantasia. Per esempio, se esiste la fatina dei dentini, potrebbe esistere la “fatina della cacca”, con tutti gli annessi e connessi che possono derivarne. Appendere alla porta del bagno una letterina con una filastrocca inventata o una richiesta alla fatina rende il tutto più “personale”, giocoso, appetibile e funzionale al raggiungimento dello scopo. Provare per credere. 
  • Armarsi di tanta pazienza: all'inizio il bimbo non vuole restare da solo in bagno (una conquista tutta successiva, più o meno dai quattro/cinque anni): un libro di favole, un racconto inventato, una piece teatrale improvvisata proprio in bagno, tutto favorisce a creare un clima favorevole e “stimolante”. 

Da non fare.
  • Lasciare il bimbo solo con videogiochi, pc e telefono cellulare. Dare caramelle, snack o altro.
Succede anche questo! Invece occorre insegnare fin da subito che il bagno è un luogo in cui il cibo non entra (e che prima di uscirne bisogna sempre lavare le mani).
  • Incoraggiare con frasi positive ma senza fare la domanda al vostro bambino ogni 5 minuti “devi fare la pipì? Piuttosto, fatelo diventare un rito al risveglio e prima di andare a nanna; per quanto riguarda altri bisogni, individuate voi l'orario in cui solitamente il bimbo espleta le proprie funzioni e offritegli la possibilità di accompagnarlo al bagno ogni giorno alla stessa ora.
     
  • Non è utile, invece, leggere libri per bambini in cui il protagonista deve imparare a utilizzare il vasino. Non dimentichiamo che questa è una fase delicata che deve essere vissuta nel modo più spontaneo e sereno possibile. Leggere un libro che tratta dell'argomento (magari proprio mentre si è sul vasino) mette i nostri figli in una condizione di vera e propria ansia da prestazione. 
Per non parlare del senso di colpa che spesso viene istillato più o meno consapevolmente dai genitori, con frasi come “tuo fratello a due anni già faceva la pipì nel water”, “non fare il bambino piccolo, allora mamma non è contenta”, ecc. Sono solo frasi che non fanno altro che bloccare!

Quando il bimbo è pronto?

E' facile accorgersene. Il bimbo a suo modo è “pudico”. Quando inizia a cercare angolini nascosti della casa o, in mancanza di pareti domestiche, si nasconde dietro ai propri genitori (più facilmente la mamma) significa che il bimbo inizia ad avere un controllo sfinterico consapevole. In genere questo accade dai 18 mesi ai 3 anni. Si badi però che il controllo anche notturno si completa attorno ai cinque anni di età. Bene, il bimbo è pronto per il prossimo passaggio. Che sia vasino o “riduttore” questo dipende dall'età, il consiglio è comunque quello di passare sempre dal vasino, una tappa più adeguata dove la seduta è più confortevole. Altrimenti, utilizzare il riduttore con lo sgabello per i piedini. 
La postazione deve essere comoda! 
Va da sé che l'enuresi notturna è da considerarsi patologica e quindi un “problema” solo se persiste, se insorge dopo 6 mesi dall'avvenuto controllo sfinterico anche notturno e se associata ad altre patologie o disagi nel bambino. In caso contrario, può accadere fino ai 5/6 anni di “bagnare il letto”. Ciò che conta è rassicurare sempre il bambino. 
Rivolgersi a un pediatra se gli episodi persistono e si riferiscono assieme ad altri fattori di tipo fisico o psicologico. 

"Bastano tre giorni" è un libro di Kathrin Mewes (casa editrice Vallardi) che spiega passo per passo i tempi e i modi per togliere il pannolino in maniera efficace (e irreversibile!).

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