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Obesità infantile. Quello che c'è da sapere. E quello che c'è da non fare. (Con cinque buone regole dettate dal buon senso)

← torna alle news sabato 3 novembre 2018
Oggi, in Italia, un bambino su cinque è obeso.
I dati sono allarmanti (fonte: Childhood Obesity Surveillance Initiative - 2015-17, Organizzazione Mondiale della Sanità) soprattutto se paragonati agli sforzi della campagna di prevenzione in tema alimentare degli ultimi anni, quando il problema è diventato talmente urgente da costringere l'Organizzazione Mondiale della Sanità a prendere misure cautelative e preventive sull'argomento.

Non solo, il dato è preoccupante tanto più si “affaccia” nell'area Mediterranea, dove Grecia e Spagna seguono a ruota l'Italia, proprio nella zona cosiddetta della “Dieta Mediterranea”, uno stile alimentare che grazie alla bontà e all'eccellenza qualitativa dei suo prodotti si è persino fregiato del titolo di Patrimonio Unesco. 

Va detto per prima cosa che i dati, con percentuali più alte nei maschi in età pediatrica e dal punto di vista della distribuzione geografica soprattutto nelle regioni del sud dell'Italia (Campania in testa, fonte: Il Sole 24ore), sono per fortuna in calo rispetto a dieci anni fa (dati rilevati dal Sistema di Sorveglianza Okkio alla SALUTE Ministero della Salute in collaborazione con il CCM – Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie). 

Permane tuttavia un elevato rischio di incidenza di obesità o sovrappeso in età adulta con quello che ne consegue dal punto di vista di “predisposizione all'insorgenza di alcune malattie” (diabete di tipo 2, disturbi dell'alimentazione, malattie cardiovascolari, malattie cardiache). 

Ma: dov'è l'errore e perché si sbaglia? Soprattutto se oggi giorno la prevenzione mette in campo strategie vincenti in fatto di nutrizione, dall'informazione al sostegno psicologico specialmente in età pediatrica? 
Per prima cosa, in base al risultato dei dati riportati dal Sole 24ore relativi alla distribuzione geografica di obesità e sovrappeso, una maggiore incidenza del problema sembra correlata allo stato socio-culturale del contesto: paradossalmente laddove c'è un tasso di occupazione inferiore, l'insorgenza del fenomeno è maggiore. 

Inoltre, uno studio condotto dalla Harvard T.H. Chan School of Public Health, pubblicato sul British Medical Journal, rivela che il rischio di obesità e sovrappeso sono direttamente proporzionali ad uno stile di vita sregolato principalmente della madre pre e post gravidanza: insomma, fumo, uso eccessivo di alcol e inattività fisica si riflettono sullo stile di vita del bambino, con la conseguenza dell'aumento della percentuale di rischio. 

D'altra parte il tema è assai delicato perché è stato visto come l'insorgenza del sovrappeso e del rischio obesità aumenti il rischi, in età adolescenziale, dello sviluppo delle malattie legate all'alimentazione, come bulimia e anoressia. Allo scopo, è necessario un sostegno psico nutrizionale non appena si individua un campanello d'allarme nel bambino. 
Eppure c'è molto che è possibile fare  fin dallo svezzamento. 
Seguire poche semplici regole di stile alimentare che valgono un insegnamento per la vita in fatto di scelta e consapevolezza nutrizionale. Occorre infatti tenere bene a mente che l'età dello svezzamento è delicata e fondamentale per gettare le basi di una corretta alimentazione. 
Insegnare a mangiar bene è faticoso ma si può.
Bisogna avere pazienza. 

1) Al di là dei suggerimenti e delle nuove disposizioni in fatto di “auto svezzamento” riconducibili alle ultime direttive OMS, si consiglia di offrire sempre al bambino cibi vari e presentarli in modo “divertente”, “colorato”, persino quando si tratta della classica     vellutata o composta di verdure. Non dimentichiamo mai che il gusto passa anche per il senso della vista. 

2) Fare almeno un pasto al giorno insieme al proprio figlio (regola fondamentale per insegnare lo stare insieme a tavola, unico luogo
in cui si consuma il pasto), possibilmente senza l'uso di “distrazioni”. Sì all'aeroplanino, al dudù, ecc., no a dispositivi elettronici. Il     bimbo siede insieme ai genitori, il suo posto è apparecchiato con la stessa cura con cui è apparecchiata la postazione degli altri familiari. 

3) Sostituire le classiche merendine e i succhi di frutta (che certamente hanno “appeal” e risolvono molti snack e merende fuori casa) con stuzzichini sani e vari, anche a scuola, meglio se preparati in casa o comunque poveri di grassi e carboidrati. Sì alla frutta. Anche alla frutta secca, con moderazione.

4) Educare alla varietà anche fuori casa. All' “unione monogamia” cotoletta+patatine fritte preferite altri pasti, dal pesce al pollo, agli sformati, con contorno di insalata, pomodori, verdure cotte, ecc. 
Il concetto è che oggi, infatti, sempre più di frequente, la pausa pranzo familiare è anche fuori casa: la società è proiettata all'esterno, soprattutto nelle grandi città dove adulti e bambini si incontrano anche per brevi momenti (oltre allo svago e al  piacere)  e i piccoli hanno bisogno di consumare un pasto a propria misura.  Questo spesso è sinonimo di “cibo-spazzatura”, dalle bevande gassate e zuccherine  alle patatine fritte che accompagnano hamburger o cotoletta. Se è vero che i bambini  vanno educati al gusto, ai molteplici gusti che anche la dieta mediterranea (ma non solo) offre e a mangiar sano fin da piccoli, è necessario proiettare questa 'emergenza         educativa' fuori casa, nelle varie proposte dei ristoranti presenti sul territorio. E per fare questo occorrono chef sensibili e preparati, tali da invogliare un bimbo di 7 o un  ragazzino di 11 anni a mangiare la verdura o i legumi, presentandoli in modo divertente e nuovo. Questo significa anche sensibilizzare tutti i soggetti erogatori dei “pasti fuori casa” (dalla ristorazione, alle mense, ai self service) al tema “cibo infanzia” quale “pasto sano anche fuori casa”,

5) Viaggiare, esplorare nuove cucine, promuovere incontri con esperti sul tema in tutti gli ambiti della vita comunitaria. 

Ciò che è importante, poi, è la trasgressione!

Insegnare che trasgredire si può e si deve, concedersi il piacere di un cibo succulento ogni tanto, come gratificazione e in conviviali


Per fare ancora più chiarezza sul tema, consulta il video gratuito di mastermamma.it: "L'obesità" del Dott. Davide Libreri - Medico Chirurgo Specialista in Pediatria e Neonatologia

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