Dire basta ai bulli e ai cyberbulli è possibile.
L'unione fa la forza e oggi sono sempre maggiori le azioni di prevenzione fatte a scuola e in comunità.
Certo, purtroppo i dati numerici non confortano e a pagare le conseguenze del fenomeno allo stato dei fatti (2018)
sono 1200 ragazzi l'anno tra bambini e adolescenti. Il dato sconcertante è che l'80% di questi è vittima del bullismo in internet e si sa che i
mezzi social sono il principale veicolo di questi atti violenti, discriminatori e aggressivi che tendono a isolare il bullizzato
fino a casi di tentato suicidio (50% in Italia delle vittime ricoverate).
La scuola è, forse prima della famiglia, l'ambiente sociale dove si fa prevenzione.
Oltre agli interventi di psicologi dell'età evolutiva, dell'infanzia e adolescenza, oltre alle associazioni private e alle Università (che fanno formazione soprattutto ai docenti), anche la polizia postale propone interventi di qualità nelle scuole, soprattutto nelle scuole secondarie di primo grado, laddove è necessario tutelare l'identità digitale del minore.
Questi incontri infatti non sono direttamente rivolti alla vittima, ma “al carnefice” nel senso che il cyberbullo o potenziale
cyberbullo viene messo di fronte alla propria responsabilità nei confronti del minore offeso.
Vengono infatti elencate, per esempio, le conseguenze anche penali previste per chi “ruba” identità, bullizza attraverso i canali social, offendendo e denigrando la potenziale vittima. Questo è un ottimo deterrente per i giovani che si approcciano ad un uso spesso sconsiderato del mezzo informatico.
Anche, come si diceva,
la formazione di docenti unita a quella dei genitori è cruciale nell'accompagnare il figlio adolescente verso l'età adulta, rendendolo edotto dei rischi e delle conseguenze di atti prevaricatori.
Si parla di
bullismo, infatti,
quando vi sono due o più azioni di prevaricazione/denigratorie nei confronti di un terzo, da parte di un singolo o di più componenti della comunità (scuola, oratorio, parcho, altro), con conseguenze psicologiche o fisiche gravi e devastanti (anche a lungo termine).
Tuttavia, ancora oggi, non è stata ancora approntata una sistematizzazione di queste azioni che contrastano il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo (in termini di corsi, formazione, ecc) condividendo le stesse in un network ufficiale e standard.
Non esistono inoltre strumenti omogenei di rilevazione e possibilità di interazione tra le diverse azioni di intervento; insomma, manca una vera e propria lotta globale.
Queste sono alcune delle considerazioni da cui ha preso le mosse il
“neonato” Osservatorio internazionale sul cyberbullismo (Ico), presentato nella sede di Radio Vaticana. La struttura è stata promossa dalla Fondazione Scholas Occurrentes (
una rete di circa 450 istituti in tutto il mondo fortemente voluta da Papa Francesco per promuovere il diritto all’educazione) insieme alla Fondazione Carolina, che deve il nome a Carolina Picchio, prima vittima accertata di cyberbullismo in Italia.
La prima azione dell'osservatorio sarà proprio quello di monitorare e ottenere dei feedback grazie alla diffusione di un questionario nelle scuole di Scholas. I risultati saranno presentati in occasione del primo Convegno Internazionale sul rapporto tra minori e web ad aprile 2019, che si terrà proprio a Castel Gandolfo.
I temi del bullismo e del cyberbullismo sono trattati in modo approfondito su
mastermamma.it, la piattaforma digitale dedicata ai genitori: nella sezione di video corsi dedicati all
'adolescenza è possibile infatti trovare diversi tutorial che affrontano in dettaglio l'argomento.
Clicca e guarda ad esempio il video gratuito dal titolo >
"Il bullismo e le sue estensioni. Un problema sociale" - della Dott.ssa Francesca Maisano - Psicologa.
Clicca e guarda il video gratuito dal titolo > "
Il Cyberbullismo" - della Dott.ssa Francesca Maisano - Psicologa
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