Una gravidanza serena è il sogno di ogni futura mamma, ma può succedere che qualcosa non vada per il verso giusto e sorgano complicanze. Tra queste c’è il diabete gestazionale.
È una malattia che complica il
15-20% delle gravidanze ed è pericolosa perché può portare a parto prematuro, difficoltà nel parto naturale a causa dell’aumento del volume del feto e dunque alla necessità di taglio cesareo o, nei casi più gravi, malformazioni o morte fetale in utero. Essendo pressoché asintomatica, la
prevenzione e la diagnosi precoce sono fondamentali. Vediamo cosa fare per prevenirla e per curarla.
Che cos’è il diabete gestazionale
Il diabete è un’alterazione del livello di zuccheri nel sangue. Ne esistono di due tipi: il Tipo 1, dovuto ad un'insufficiente produzione di insulina; e il
Tipo 2, dovuto invece ad un ostacolo nel passaggio degli zuccheri nel sangue, anche in presenza di una quantità sufficiente di insulina.
Il diabete gestazionale appartiene a questa seconda categoria e compare, appunto, durante la gravidanza, generalmente nel
secondo o terzo trimestre, quando la placenta produce un ormone che influenza l'attività dell'insulina. Se il pancreas non riesce mantenere l’equilibrio glicemico, si ha la comparsa del diabete gestazionale.
I fattori di rischio
Come sottolinea la dottoressa Stefania Di Francesco in questo video [link], ci sono dei fattori di rischio che possono aumentare la predisposizione a sviluppare il diabete durante la gestazione:
familiarità al diabete, sovrappeso e obesità, ipercolesterolemia.
Ma la malattia può manifestarsi anche in assenza di questi fattori di rischio. Per questo gli specialisti consigliano sempre, come forma di prevenzione, di adottare in gravidanza uno
stile alimentare equilibrato ed una regolare attività fisica.
L’alimentazione per prevenire e curare il diabete in gravidanza
Una
dieta corretta ed equilibrata è fondamentale non solo per prevenire l’insorgere del diabete in gravidanza ma anche per curarlo o comunque tenerlo sotto controllo.
Sono sufficienti davvero pochi, ma
essenziali accorgimenti:
- utilizzare carboidrati a basso indice glicemico (quindi no a biscotti, torte o dolci in generale)
- privilegiare carboidrati semplici (cereali, pasta integrale)
- assumere proteine
- evitare lunghi digiuni
- assumere acidi grassi, ovvero i famosi Omega 3 che riducono il rischio di complicanze gestazionali (ipertensione) e fetali. Sono ricchi di Omega 3 il pesce, le mandorle e la frutta secca in generale. Possono eventualmente essere assunti anche con integratori (i cosiddetti DHA), su consiglio del medico.
La diagnosi
Come abbiamo detto, è molto importante diagnosticare la malattia per tempo, al fine di poter correggere subito abitudini e diete non adeguate (studi scientifici dimostrano che la sedentarietà e una cattiva alimentazione predispongono all'insorgenza delle moderne malattie croniche come appunto il diabete di Tipo 2).
È sufficiente un semplice esame del sangue con il quale si misura la
curva glicemica. Lo screening viene eseguito normalmente tra la ventiquattresima e la ventottesima settimana di gravidanza nelle donne a basso rischio e tra la sedicesima e la diciottesima settimana in quelle con alto rischio, che dovranno ripetere il test a 24-28 settimane.
Alcuni studi, per altro, stanno dimostrando che
già nel primo trimestre è possibile
identificare precocemente il rischio di sviluppare il diabete gestazionale. Questo consentirebbe di introdurre cambiamenti dello stile di vita, come dieta ed esercizio fisico, nel momento in cui sono più efficaci nel ridurre le complicanze (
Ansa.it).
La terapia
In caso di esito positivo, la donna sarà seguita oltre che dal ginecologo anche dal diabetologo. La terapia consisterà inizialmente nella
correzione dello stile di vita e, con l’aiuto di un nutrizionista, la futura mamma metterà in atto gli aggiustamenti dietetici necessari.
Se le misure adottate non dovessero essere sufficienti, si dovrà far ricorso ai
farmaci come l’insulina o la metformina.
E’ comunque dimostrato che nella maggior parte dei casi
una dieta adeguata è sufficiente a garantire un valore glicemico soddisfacente, tanto che la paziente non dovrà far ricorso a questi farmaci.
Cosa succede dopo?
Sviluppare il diabete gestazionale non significa che la donna svilupperà il diabete in futuro, tuttavia è un
campanello di allarme. Infatti, statisticamente, le donne che incorrono nel diabete durante la gravidanza hanno maggiori probabilità di soffrire di diabete di Tipo 2 a distanza di 5-10 anni dopo il parto.
Sarà quindi necessario eseguire
controlli anche dopo la gravidanza e mantenere costante una dieta equilibrata.
(Fonte: AOGOI.it)