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La disgrafia: Parte 1

← torna alle news mercoledì 30 settembre 2020

Cos’è e come riconoscerla

La disgrafia è uno dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e riguarda le difficoltà del bambino nella scrittura. Non è ancora chiaro - anche dentro la comunità scientifica - quale sia la precisa eziologia (cioè la causa) di questa malattia, anche per il fatto che può manifestarsi in modo isolato ma anche coesistere con altri DSA (ad esempio, la dislessia - difficoltà nella lettura).

Quindi, spesso questo disturbo non viene riconosciuto come tale dai genitori o dagli insegnanti che considerano il bambino semplicemente svogliato.
 

Invece, la disgrafia, essendo stata riconosciuta come vera e propria malattia dell’apprendimento, richiede percorsi ad hoc in ambito scolastico che garantiscano il diritto allo studio anche agli alunni affetti da DSA.
 

Si tratta di un disturbo che nell’anno accademico 2017/2018, secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, colpiva 79.261 studenti delle scuole italiane di ogni ordine e grado (erano 30mila nell’anno accademico 2010/2011).
 

 

Come si manifesta la disgrafia
 

I bambini affetti da disgrafia hanno grandi difficoltà a riprodurre i segni grafici. La loro è una scrittura deformata, con forme e grandezze irregolari e tratto tremolante.
 

I bambini disgrafici mostrano deficit nell’esecuzione motoria e sono inabili a raggiungere un processo automatizzato: questo provoca l’illeggibilità della loro scrittura, lentezza, lunghe e frequenti interruzioni, mancanza di fluidità, ampia variabilità negli spazi tra le lettere e tra le parole e irregolarità nella forma delle lettere.
 

Sono lenti nello scrivere, ma non perché hanno movimenti più lenti, ma perché mentre scrivono si fermano spesso tra la scrittura di una lettera e l’altra o tra una parola e l’altra.
 

Dato che nella scrittura sono coinvolti principalmente i movimenti asimmetrici del corpo (che il bambino deve compiere per tenere fermo il foglio con una mano mentre con l’altra scrive), i bambini con disgrafia mostrano di non essere abili nel dissociare i movimenti dell’arto superiore, quello impiegato per la scrittura.
 

Uno studio condotto nel 2010 ha poi evidenziato difficoltà nell’organizzazione del tempo e dello spazio, che si manifestano anche oltre la scrittura, come le difficoltà nell’organizzare i materiali e l’occorrente necessario per andare a scuola.
 

Producendo lettere cancellate, riscritte o irriconoscibili, i bambini disgrafici dimostrano, secondo gli studiosi, un basso controllo da parte delle funzioni esecutive, che si ripercuote anche nelle routine giornaliere, a casa e a scuola.

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