Nella Enciclopedia Treccani la voce
fake news viene definita cosi’:
Locuzione inglese (lett. notizie false), entrata in uso nel primo decennio del XXI secolo per designare un’informazione in parte o del tutto non corrispondente al vero, divulgata intenzionalmente o inintenzionalmente attraverso il Web, i media o le tecnologie digitali di comunicazione, e caratterizzata da un’apparente plausibilità, quest’ultima alimentata da un sistema distorto di aspettative dell’opinione pubblica e da un’amplificazione dei pregiudizi che ne sono alla base, ciò che ne agevola la condivisione e la diffusione pur in assenza di una verifica delle fonti.
Sempre in Treccani, leggiamo che numerosi studiosi di comunicazione hanno criticato il suo impiego, sottolineandone la genericità e l’eccessiva diffusione, e hanno posto in connessione il fenomeno che essa designa con il più ampio concetto di
postverità, intesa come pseudoverità costruita attraverso scelte individuali e collettive che fanno perno sull’
emotività e le convinzioni condivise dall’opinione pubblica prescindendo del tutto o in parte dalla conformità con il reale.
Giuseppe Riva, esperto in tema di fake news, in uno dei suoi recenti libri (2018) ci spiega come le bufale online permettano non solo la disinformazione ma aumentino la probabilità che altri utenti non solo le prendano per notizie autentiche ma vengano spinti a condividerle a loro volta sui propri profili social. Inoltre le bufale hanno la capacità di innescare una forte
risposta emotiva, in particolare la
rabbia che offusca la riflessione e motiva il soggetto (in balia della forte emotività) a partecipare attivamente alla loro diffusione attraverso la condivisione. Non a caso esse vengono create ad hoc per specifici gruppi di utenti in modo da far leva su sentimenti negativi verso tematiche per loro significative. Le fake news inoltre vengono rese virali attraverso l’uso di
programmi informatici (i bot) che hanno il compito di condividerle in automatico al fine di attribuire loro più popolarità e farle quindi apparire nelle bacheche di un numero cospicuo di persone. Altra caratteristica è quella di essere creata in un formato multimediale, in particolare immagini visive e testi sovrapposti, che permettono una visualizzazione rapida senza la necessità di prestare molta attenzione; a renderle ulteriormente credibili è la formattazione del testo o il plagio di indirizzi di siti di notizie, ovvero vengono scritte con una grafia simile a quella utilizzata da giornali online accreditati.
Negli ultimi anni si è osservato un calo dell’
attenzione per i contenuti digitali, passando da una media di 12 secondi a quella di 8: gli utenti passano in rassegna una quantità enorme di informazioni (post, foto, video, notizie), scorrendo velocemente pagine e pagine senza prestare la dovuta attenzione ai contenuti, guidati più dall’impatto visivo ed emotivo che dalla sostanza del materiale online. Insomma, tanta emotività, tanti automatismi e poca attenzione e quindi scarsissima riflessione. Come osserva Matteo Grandi (2017) “La velocità sottrae tempo alla riflessione”,
riflessione intesa come prodotto di processi di elaborazione lenti che consentono un’analisi più accurata e meno istintiva: si può raggiungere così una conoscenza approfondita e di conseguenza una capacità di scelta nettamente più consapevole. L’attenzione infatti è una funzione imprescindibile per la coordinazione di tutta una serie di attività del nostro cervello, tra cui processo decisionale, controllo dell’impulsività, memoria di lavoro, più in generale strategie di problem solving. L’importanza dell’attenzione è dunque facilmente intuibile ed è per questo che chi crea fake news, con l’intento di disinformare e confondere gli utenti, approfitta del calo attentivo riscontrabile oggi nella popolazione generale per promuovere notizie false.
COME DISTRICARSI QUINDI ?
- Acquisendo informazioni da fonti sicure
- Imparando a distinguere le informazioni dalle opinioni, espresse generalmente da persone non competenti
- Imparando a gestire le emozioni, in particolare la rabbia
- Recuperando la nostra attenzione, allenandola e rafforzandola attraverso la riflessione, la consapevolezza e il pensiero critico
E POI ?
Niente avviene senza fatica. Ci attende un bel lavoro, passo per passo, senza scoraggiarci, condividendo informazioni sicure con amici e familiari, stimolando soprattutto i ragazzi ad usare i social in altro modo.
E poi scegliere percorsi di approfondimento per imparare strategie nuove per gestire emozioni e attenzione e consentire una riflessione consapevole.
Dott.ssa Marinella Sommaruga | psicologa-psicoterapeuta
EΨMASTER tEam PSICOloghe MASTERGENITORI
Per saperne di più:
- Enciclopedia Treccani
- Grandi, M. “La velocità sottrae tempo alla riflessione” (2017)
- https://www.stateofmind.it/2019/04/fake-news-attenzione/
- Grandi, M. (2017). Far Web. Odio, bufale, bullismo. Il lato oscuro del web. Rizzoli.
- Riva, G. (2018). Fake news. Vivere e sopravvivere in un mondo post-verità. Il Mulino.