Lo psicologo nella scuola svolge un ruolo fondamentale per la prevenzione di disagi, ansia, bullismo e tutte quelle psicopatologie legate alla crescita e allo sviluppo degli adolescenti.
L'esistenza dello psicoterapeuta all'interno dell'istituzione scolastica ha già una letteratura consolidata che risale ai primi anni del 2000. Ad oggi molte scuole si avvalgono della presenza dello Sportello di Ascolto che nella migliore delle ipotesi ha un team di professionisti che seguono alunni, genitori e docenti, e qualsiasi figura ne faccia richiesta in ambito scolastico.
Però ad oggi non si può dire che sia una presenza fissa. Soprattutto nelle scuole private, purtroppo, a volte non è ancora oggetto di attenzione, dovendo queste prediligere altre questioni economiche dichiarate più urgenti. Di certo, è una presenza necessaria, per dirimere questioni legate alle dinamiche relazionali tra pari, da un lato, e tra adulti e studenti dall'altro; non solo, è un supporto fondamentale e qualificato per intervenire tempestivamente in situazioni delicate (di forte disagio), anche, per esempio, in famiglia, nella tutela del minore.
Tuttavia anche se per ora non ne è obbligatoria la presenza in tutte le scuole, con il Covid il Governo ha stanziato fondi per l’attivazione di nuovi sportelli ad uso autonomo delle istituzioni scolastiche, proprio in risposta ai problemi emersi in tempi di emergenza (isolamento, fobia sociale, scarsa motivazione allo studio, fenomeni di autolesionismo, cyberbullismo, conflitti scuola-famiglia, dispersione scolastica e altro ancora, purtroppo)
Lo Psicologo scolastico opera a più livelli, in prospettiva sistemica, dal piano individuale di sostegno e consulenza, a quello relazionale come mediatore e facilitatore di processi di collaborazione tra le parti (genitori-alunni-docenti) per il benessere di alunni e docenti nel contesto scolastico.
Talvolta è possibile offrire un supporto nello spazio dello Sportello, attraverso un breve percorso (da 2 a 4 incontri) che offra lettura del bisogno, individuazione di risorse e criticità e conseguente scelta di strategie d’azione, secondo principi di autonomia e valorizzazione delle potenzialità dell’interlocutore.
Fondamentale è la collaborazione tra tutti i soggetti interessati:
lo psicologo, infatti, rivolgendosi a tutti coloro che fanno parte del Sistema scuola (docenti, alunni, genitori), spesso interviene in processi relazionali collaborando anche con tutti coloro che operano intorno agli attori principali dell'istituzione scolastica (educatori, docenti di sostegno, specialisti), al fine di veicolare al meglio i processi di progettazione partecipata e condivisione di obiettivi. Lo psicologo, infatti, non può prescindere dalla relazione e collaborazione con gli adulti responsabili dal punto di vista educativo del benessere di bambini e ragazzi. Il suo ruolo nella scuola ha una peculiarità ben diversa dalla libera professione e per questo deve considerarsi parte di una dinamica circolare, in cui tutti gli attori hanno una responsabilità in funzione del proprio ruolo nel sistema scuola-famiglia.
Altre volte le problematiche si presentano più complesse e richiedono processi di intervento più lunghi e approfonditi. In quei casi lo psicologo orienta verso altri servizi territoriali.
Negli ultimi mesi sono aumentate nettamente le richieste di docenti e genitori, sotto pressione per la complessità del momento storico e per la gestione quotidiana di bisogni a volte contrastanti. Proprio per questo motivo, in aggiunta alle tematiche abituali (esclusione, relazione tra pari, identità e autonomia, difficoltà didattiche, emozioni e incertezze evolutive) ci sono nuovi temi profondi e ansie diffuse, difficili da gestire.
Le nuove fatiche spaziano da domande esistenziali sulla morte e sul senso della vita (cosa fare da grande, come progettare il proprio futuro) a paure quotidiane (di contagiare i nonni, di perdere i genitori, di un futuro indefinito, di perdere gli amici e restare soli), causate dal disagio diffuso. Le reazioni sono a volte inquietanti.
Emergono manifestazioni di autolesionismo, isolamento, fobia sociale, dipendenza da strumenti tecnologici di vario genere e manifestazioni di malessere profondo.
L’approccio di fondo del professionista che eroga i suoi servizi nell'istituzione scolastica non è cambiato. Si continua a lavorare in un atteggiamento di ascolto rispettoso di tutto ciò che viene portato nello spazio dell’incontro. Forse si chiede un maggiore coinvolgimento dei genitori nel collaborare anche a casa e tenere continuità su obiettivi condivisi, in cui anche i docenti partecipano con atteggiamento pedagogico, oltre che didattico.