Dal 1° gennaio 2022 è entrata in vigore la certificazione della parità di genere che attesta le misure adottate dai datori di lavoro per incentivare la partecipazione femminile al mercato del lavoro, ridurre le differenze sul piano retributivo e di crescita professionale tra i due generi.
La certificazione di parità è una delle misure inserite nel PNRR e quindi riconosciuta come elemento strategico per la ripresa e lo sviluppo economico dell’Italia, per la quale il Governo ha destinato ben 10 milioni di euro.
Premiate dal Governo le imprese che adottano la certificazione di parità.
Le imprese che si attiveranno concretamente per perseguire la certificazione riceveranno uno sconto dell’1% - fino a 50mila euro all’anno - sui contributi da versare. La certificazione, basata sui dati qualitativi e quantitativi, può essere adottata da aziende di qualsiasi dimensione, attraverso l’utilizzo di efficaci politiche di DE&I, di welfare a supporto delle famiglie e per le quali il PNRR prevede nuovi investimenti.
Secondo la Ministra delle Pari Opportunità Elena Bonetti, questa scelta “E’ un passo straordinario, uno strumento che permette concretamente alle aziende di investire sull’empowerment femminile, sullo sviluppo e l’innovazione sia del Paese che del tessuto imprenditoriale”.
Tutte politiche di cui si percepisce fortemente l’urgenza, considerando che l’Italia ha un tasso di occupazione femminile particolarmente basso e confermata anche dalle stime del Fondo Monetario Internazionale: se in Italia le lavoratrici fossero pari al numero dei lavoratori, il PIL aumenterebbe dell’11%. A cui si aggiungono due fattori: il tema della genitorialità, importante per garantire più strutture e servizi a supporto dei genitori e il gender pay gap. A livello europeo, confrontando il salario lordo e medio orario, le donne guadagnano in media il 16% in meno. Le manager italiane, che sono solo il 27% del totale, hanno una differenza di reddito di circa il 23% rispetto agli uomini che ricoprono la stessa posizione.
Considerando questi dati e che la pandemia ha aggravato il divario lavorativo tra uomini e donne, la certificazione di parità di genere rappresenta per le aziende un’opportunità concreta per attuare un cambiamento concreto, autentico e distintivo.