L’importanza di sostenere la “paternità”
Per le imprese più all’avanguardia, sempre più impegnate nelle politiche di welfare aziendale, nell’espansione di iniziative di Diversity & Inclusion e parità di genere, il tema della paternità può rappresentare una vera e propria forma di investimento su cui costruire un terreno culturale, sociale e professionale proficuo e un circolo virtuoso capace di sostenere il presente e il futuro dell’azienda.
Vi è una diffusa opinione tra gli uomini che assentarsi dal lavoro per prendersi cura dei figli possa mettere a rischio la carriera. Nel 2019 ad esempio, solo il 21% dei padri ha richiesto il congedo parentale. Ma i tempi stanno cambiando rapidamente. I programmi di welfare, sempre più in crescita e messi in atto dalle aziende a sostegno della genitorialità – smart working, flessibilità di orari, nido aziendale, voucher, servizi di coaching, ecc. ne sono l’evidente prova. L’utilizzo di questi strumenti dimostra non solo che è importante ampliare e sostenere i diritti per garantire una maggiore cura del proprio personale, ma significa essere consapevoli che le persone sono parte dello sviluppo e del successo di un’azienda.
Quindi, ad esempio, se un neogenitore rinuncia al posto di lavoro - ed oggi si registrano più di 3000 i casi in Lombardia di neopapà che rassegnano le dimissioni per accudire il figlio e trovare un lavoro più adatto alla nuova situazione - per l’azienda sicuramente rappresenta una perdita significativa di una risorsa già formata e introdotta.
Inoltre, in un’ottica di sostenibilità a tutto tondo, la nuova legge prevede che se le imprese impegnate nel conseguimento della certificazione di parità ostacolano la fruizione del congedo di paternità obbligatoria, vanno incontro a sanzioni e rischiano di non ottenerla.
Come è cambiato il congedo parentale
La disciplina approvata il 13 agosto scorso prevede l’aumento:
- da 10 a 11 mesi, la durata complessiva del diritto al congedo parentale spettante al genitore solo, nell'ottica di una maggior tutela per i nuclei familiari monoparentali;
- da 6 a 9 in totale, i mesi di congedo parentale coperto da indennità nella misura del 30%, fermi restando i limiti massimi di congedo fruibili dai genitori;
- da 6 a 12 anni, l'età del bambino entro la quale i genitori, anche adottivi e affidatari, possono fruire del congedo parentale, indennizzato in tale misura.
Come generale articolazione della fruizione sono dunque previsti:
- 3 mesi non trasferibili per ciascun genitore (3+3);
- 3 mesi, trasferibili tra i genitori con un’indennità pari al 30% della retribuzione.